Comunicato del Presidente della CPA del 22 Marzo 2020

Cari Colleghi,

sono ore molto difficili per tutti. Aspetti sanitari e di salute pubblica si intrecciano a questioni che rilevano dal punto di vista economico e sociale. Per i lavoratori autonomi le difficoltà aumentano a causa dell’incertezza e di non poter contare su un reddito certo. Negli ultimi giorni molti iscritti si sono rivolti alla Cassa per conoscere cosa l’Ente di Assistenza e Previdenza degli Avvocati italiani intende fare per attenuare gli effetti della pandemia da Covid-19, che ha colpito in misura assai significativa il Paese, sul nostro lavoro.

Tutte le istanze pervenute saranno attentamente valutate dagli Organi della Cassa sotto i vari aspetti, verificando in primo luogo i profili di sostenibilità economica e compatibilità attuariale, al fine di adottare i provvedimenti più opportuni ed utili per la nostra categoria, tanto nel breve quanto nel lungo periodo.

È evidente che questo delicato lavoro richiede i tempi tecnici necessari a garantire i doverosi approfondimenti giuridici e finanziari prima che il Consiglio d’Amministrazione possa adottare i provvedimenti opportuni e concretamente realizzabili.

Di fatto il cosiddetto decreto “Cura Italia” ha discriminato i liberi professionisti rispetto ad altre categorie. Faremo di tutto, in sinergia con le altre rappresentanze dell’Avvocatura e delle professioni, perché esso venga migliorato in sede di conversione in legge o perché venga modificato in occasione del varo di provvedimenti successivi.

Tutti gli Organi della Cassa sono attivamente impegnati nella analisi dei possibili interventi a tutela degli iscritti, sia sotto il profilo contributivo, sia sotto il profilo più strettamente assistenziale e di supporto alla professione. Alcuni di questi potranno essere rapidamente attivati, altri richiederanno una decisione del Comitato e l’approvazione dei Ministeri Vigilanti. Una cosa è certa: il ventaglio di interventi allo studio dovrà avere una portata trasversale su tutta la categoria, sia pure in modo differenziato e rispettando la gravità delle situazioni individuali.

Le risorse già disponibili per l’assistenza verranno utilizzate per il sostegno all’avvocatura in questa emergenza sanitaria. In coerenza con il quadro normativo vigente e con le disposizioni statutarie e regolamentari, ci adopereremo per reperire risorse aggiuntive da impiegare quando superata l’emergenza sanitaria si dovrà fronteggiare quella economica e lavorativa che già si profila.

In quest’ottica, è stato adottato il primo provvedimento di sospensione fino al 30 settembre 2020 di tutte le scadenze per contributi e adempimenti previdenziali, da alcuni non compreso e ingiustamente criticato. Esso ha il pregio di liberare oggi ogni iscritto da problematiche contributive (autoliquidazione del 31 luglio, riscatti, ricongiunzioni, rateazioni, controlli incrociati, cartelle esattoriali, etc.) per consentirgli di concentrarsi completamente sulle questioni professionali e, ancor più, su quelle di salute per sé e i propri familiari.

In questa direzione vanno le prime convenzioni realizzate, dal pacchetto di consultazioni mediche da remoto, per chi presenti sintomi riconducibili ad un possibile contagio, alla distribuzione di una card per accedere con sconti a strutture mediche private.

Noi tutti siamo perfettamente consapevoli del fatto che ulteriori interventi saranno necessari. Alcuni nell’immediato, altri una volta risolta l’emergenza sanitaria constatando l’evolversi della situazione.

Con l’Adepp, associazione che raggruppa tutte le casse dei liberi professionisti abbiamo una interlocuzione continua con il governo, al fine di far inserire nei provvedimenti che si susseguono misure più incisive per il mondo delle libere professioni.

Auspichiamo, infine, che tutte le componenti dell’Avvocatura non formulino richieste di misure inattuabili ed insostenibili anche perché non praticabili da un punto di vista normativo, statutario e regolamentare, ricordando che Cassa Forense non è lo Stato e non può adottare con le sue risorse misure sostitutive del reddito per 245.000 colleghi.

Per questi motivi, con spirito di fiducia e collaborazione, vi chiediamo di guardare all’istituzione Cassa Forense come patrimonio di tutta l’Avvocatura, che deve essere unita in un momento così difficile.

#Andràtuttobene specie se #Restiamouniti.

Nunzio Luciano