Le nostre proposte sull’emergenza Covid-19 – Lettera aperta

Ill.mo sig. Presidente

Cassa Nazionale di Assistenza e Previdenza Forense

Ill.mo sig. Coordinatore

Organismo Congressuale Forense

Ill.mo sig. Presidente f.f.

Consiglio Nazionale Forense

Ill.mo Sig. Presidente

COA Palermo

Ill.mo sig. Presidente

U.O.F.S.

A tutti i colleghi e praticanti avvocati

LL.SS.

Cari colleghi,

in un momento così drammatico per l’intero Paese, è doveroso, quanto doloroso, prendere atto del ruolo marginale cui Noi professionisti siamo stati relegati.

Dalla situazione di emergenza attuale emerge, a chiare lettere, che proprio noi Avvocati rappresentiamo una delle categorie più colpite dalla crisi, non godendo, per definizione, delle garanzie tipiche del lavoro dipendente.

La paralisi del sistema giudiziario, la evidente impossibilità di produrre un reddito in questo momento di impasse e l’inerzia forzata cui siamo costretti, stanno mettendo in ginocchio l’intera classe forense, ed in particolare i giovani e coloro che non godono di ulteriori o diversi mezzi di sostentamento.

E’ chiaro che si tratta di un momento non prevedibile, eccezionale, senza precedenti e, probabilmente, destinato a durare a lungo.

Sappiamo anche che non possono certo essere misure limitate, sporadiche o poco più che simboliche a cambiare (o semplicemente agevolare) le condizioni economiche degli Avvocati.

Ebbene, è proprio questo il momento in cui bisogna chiedere con forza un cambiamento, non soltanto di prospettiva, ma anche fattuale; è il momento di far valere la voce di una categoria (la nostra) fin troppo bistrattata dalle Istituzioni e che da troppo tempo ha perso il lustro che merita.

Naturalmente, bisogna essere realisti, e comprendere, tutti insieme, cosa è possibile ottenere e cosa non lo è.

Così come bisogna prendere le distanze da certi slogan propagandistici che non fanno altro che gettare fumo negli occhi di Noi iscritti.

Dobbiamo tenere conto, in altre parole, dei limiti che sono insiti nel sistema e delle reali e concrete possibilità di intervento.

Ma quello che ci spetta, quello si, dobbiamo chiederlo a gran voce.

Così come è necessario individuare gli interlocutori effettivi cui rivolgere le nostre istanze.

A titolo esemplificativo, gli Ordini di appartenenza, ai quali chiediamo di adottare ogni provvedimento utile a sostegno degli iscritti, ricevono i contributi annuali al fine di erogare servizi essenziali e devono fare i conti con la necessità del pareggio di bilancio; tale circostanza – è ovvio – rappresenta un fortissimo limite all’adozione di provvedimenti rilevanti.

I veri destinatari delle nostre rimostranze sono le Istituzioni, gli organi politici, il Ministero della Giustizia nonché la Cassa Forense.

La Cassa Forense, in particolare deve (e può) intervenire in modo incisivo e netto, soprattutto in un momento di emergenza come quello che stiamo attraversando.

Di certo non può erogare somme a pioggia, un po’ come prevede il c.d. reddito di ultima istanza, perché servirebbero centinaia di milioni di euro per approntare misure, che resterebbero comunque insufficienti a mitigare gli effetti di questa crisi e che rischierebbero di avere come effetto il tracollo del sistema previdenziale degli Avvocati.

E’, altresì, evidente che gli Ordini, la Cassa e le Istituzioni forensi tutte debbano adoperarsi a tutela dei colleghi, quanto più possibile e nei limiti delle proprie competenze.

Ma prima di ogni altro è lo Stato, a nostro parere, il soggetto che deve intervenire, in maniera seria e non con misure spot, che si rivelano specchietti per le allodole e che tengono gli Avvocati ai margini di ogni considerazione.

E’, ad esempio, inaccettabile, ai limiti dell’offensivo, il trattamento riservato agli Avvocati dal D.L. “cura Italia”, che ha escluso 240.000 e più iscritti da qualsivoglia reale misura di sostegno, promettendo una ritardata misura ancorata a presupposti che ancora non si conoscono e, soprattutto, con dei limiti di copertura che sicuramente non soddisferanno le necessità di tutti i destinatari della norma.

Gli Avvocati, in quanto cittadini e lavoratori, punto di riferimento per la tutela dei diritti di tutti, meritano di essere tutelati, difesi, aiutati in un momento in cui essi e le loro famiglie rischiano – più di altri – di essere travolti da una crisi improvvisa e senza precedenti negli ultimi decenni.

Servono interventi che devono essere seri, mirati, estesi a chi ne ha bisogno, efficaci e rapidi.

Il tutto, avendo di mira sia il momento attuale sia, diremmo anzi soprattutto, la ripresa che si preannuncia lontana, lenta e difficilissima.

Sulla scorta di tali premesse, e fatti salvi ulteriori interventi utili agli Avvocati, riteniamo necessario mettere a disposizione un breve contributo e richiedere l’adozione di alcune misure, anche di carattere politico, che riteniamo serie, realistiche e soprattutto concrete, che di seguito esponiamo.

I

Pagamento immediato delle somme dovute per prestazioni svolte dagli Avvocati in caso di patrocinio a spese dello Stato, anche attraverso anticipazione delle somme, senza sconti, da parte di Cassa Forense mediante cessione del credito vantato nei confronti dello Stato.

II

Sospensione del pagamento di tutti i contributi previdenziali, soggettivi e integrativi, in qualunque misura ed a qualsiasi titolo dovuti, per l’intero anno 2020, con rateizzazione delle somme senza interessi a partire dall’anno 2021 e possibilità di pagamento in più annualità.

III

Adozione di interventi economici diretti in favore degli Avvocati con redditi bassi per l’intero periodo di emergenza.

IV

Accesso al credito, in misura agevolata e garantita, con tassi di interesse ridotti e prescindendo dalla capacità reddituale del richiedente.

V

Accelerazione, da parte di Cassa Forense, dell’istruttoria di tutte le istanze di interventi assistenziali già proposte dagli Avvocati ed, in ipotesi di accoglimento, immediata erogazione delle relative somme.

VI

Aumento delle somme stanziate nei bilanci previsionali dei COA per il c.d. “fondo soccorso”, valutando ove possibile l’ampliamento dei requisiti per accedere alle relative prestazioni.

VII

Riduzione, nei limiti delle possibilità di bilancio, delle quote di iscrizione annuali per gli iscritti agli albi tenuti dal COA.

VIII

Adozione immediata degli strumenti telematici per garantire la prosecuzione dei giudizi da remoto.

IX

Invitare, inoltre, O.C.F., collettore per legge delle istanze politiche dell’avvocatura e soggetto cui compete la rappresentanza politica della categoria, ad avviare ogni necessaria iniziativa politica finalizzata all’adozione, in capo al Governo, delle superiori misure nonché di ogni provvedimento economico di carattere effettivo, serio e utile per l’intera categoria e soprattutto per le fasce più a rischio quali i giovani, gli avvocati con redditi inferiori ad € 30.000,00 ed i praticanti avvocato, i quali più di tutti soffrono le conseguenze dell’attuale emergenza.

Palermo, 19.03.2020

Il Direttivo A.GIU.S.